Sfatiamo un mito. Il famoso detto “domani andrà meglio” non è mai vero in senso assoluto, se non per farsi coraggio. Non lo è soprattutto se guardiamo con un occhio attento al mondo degli allevamenti e a quello agricolo. Una realtà fatta di lavoratori che producono eccellenze con fatica e sacrificio, ma che devono fare i conti contro un capitalismo sempre più tiranno che conforma i consumatori a un’omologazione che vuole un prodotto sempre più pronto e veloce, a discapito della qualità.
Oltre a questo, dobbiamo mettere in conto che i costi di produzione e di gestione delle aziende subiscono costanti impennate, mettendo in difficoltà tutto il comparto. ‘Domani andrà meglio’, però, è leit motiv che potrebbe dare propulsione a un settore che non si arrende, nonostante tutto, e che vuole portare avanti un lavoro che, nel caso specifico italiano, rappresenta una tradizione, una storia e un’eccellenza tutta made in Italy che non si vuole fermare. A questo proposito, sono state da esempio le parole rilasciate dal presidente del Consorzio di Tutela Vitellone Bianco dell’Appennino Centrale IGP, Stefano Mengoli, che nel podcast curato da Fondazione Qualivita ha gettato uno sguardo sul mercato della filiera IGP e sulla strategia che il Consorzio sta mettendo in atto per contrastare le criticità e rendere il prodotto a marchio Vitellone Bianco sempre più conosciuto agli occhi del consumatore medio.
“Per capire i motivi di questa crisi – ha spiegato il presidente Mengoli – dobbiamo comprendere cosa è accaduto negli ultimi due anni. La costante riduzione del potere d’acquisto, reiterata per un periodo lungo che dura da oltre due anni, ha cambiato radicalmente le abitudini del consumatore. Questo ha portato a una contrazione dei consumi avvertita un po’ in tutte le filiere in un periodo concomitante a un incremento della produzione che ha comportato, e sta comportando soprattutto per i capi di razza Chianina, una saturazione fisica del mercato e una grave difficoltà degli allevatori a vendere gli animali”.
“Ciò che il Consorzio di tutela del Vitellone Bianco dell’Appennino Centrale IGP sta cercando di fare negli ultimi tempi – ha aggiunto Mengoli – è permettere al consumatore di trovare il prodotto nelle modalità in cui lo desidera. Per questo motivo, stiamo lavorando con gli operatori, i laboratori di lavorazione e di preparazione per far sì che questa carne risponda alle esigenze del consumatore sotto ogni punto di vista, sia qualitativo che tecnologico. Oggi, in un mercato che cambia in maniera rapidissima le proprie caratteristiche, è necessario arrivare al consumatore con il prodotto fresco ma anche, e soprattutto, con prodotti di terza, quarta e anche quinta gamma, mantenendo e garantendo sempre la massima qualità, trasparenza, tipicità e sicurezza. Caratteristiche proprie, da sempre, della filiera del Vitellone Bianco dell’Appennino Centrale IGP. A questo si aggiungono le attività del Consorzio per la promozione, l’informazione e la vigilanza sulla carne certificata, che rimane uno dei nostri ruoli più importanti”.
Ascolta l’intervista integrale al presidente Stefano Mengoli nel podcast di Qualivita -> https://www.qualivita.it/news/vitellone-bianco-dellappennino-centrale-igp-le-sfide-di-un-mercato-che-cambia-e-le-azioni-del-consorzio/