Da 25 anni il Consorzio di Tutela Vitellone Bianco dell’Appennino Centrale IGP controlla, tutela e promuove la carne bovina fresca proveniente dalle tre razze tipiche: Chianina, Marchigiana e Romagnola.
Ma qual è il segreto per rendere questo prodotto un’eccellenza? In primis la filiera, che da anni fa sì che queste carni siano le migliori grazie al rispetto del Disciplinare di produzione. Un lavoro che impone un’attenta analisi, dal territorio di provenienza alla macellazione fino all’arrivo sulla tavola dei consumatori.
Il Vitellone Bianco dell’Appennino Centrale IGP si lega in maniera indissolubile al territorio di nascita e allevamento dei bovini, ossia le regioni del Centro Italia: Emilia-Romagna, Toscana, Umbria, Marche, Lazio, Abruzzo, Campania e Molise.
Un altro elemento della nostra eccellenza è l’età dei bovini. La carne certificata Vitellone Bianco dell’Appennino Centrale IGP, infatti, proviene da bovini, maschi e femmine, di età compresa tra i 12 e i 24 mesi. Ruolo fondamentale è dato dal sistema di allevamento che predilige la stabulazione libera e semibrada e l’alimentazione basata sull’utilizzo di latte materno fino allo svezzamento e da foraggi freschi o conservati provenienti da prati e coltivazioni erbacee tipiche della zona geografica indicata. In aggiunta, è consentito l’utilizzo di mangimi concentrati semplici o composti e l’addizione di integratori alimentari, ma sono severamente vietati alimenti a base di foraggi insilati o con sottoprodotti dell’industria.
Questi sono solo alcuni degli elementi fondamentali per garantire un’eccellenza a marchio IGP dal 1998, a cui si uniscono l’attenzione nelle fasi di macellazione, indicazioni in etichetta e modalità di vendita.
Clicca qui per conoscere meglio il Disciplinare di produzione -> https://www.vitellonebianco.it/vitellone-bianco/il-disciplinare-di-produzione/