Il marchio Vitellone Bianco dell’Appennino Centrale IGP è sinonimo di qualità e tracciabilità. Questa garanzia si basa sul rispetto di un Disciplinare di produzione rigoroso che regola ogni fase della filiera: dalla nascita dell’animale fino alla vendita della carne in macelleria.
Il controllo dell’intera filiera del Vitellone Bianco dell’Appennino Centrale è svolto dal Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste tramite il 3A-Parco Tecnologico Agroalimentare dell’Umbria, Organismo di Controllo accreditato e autorizzato per questa certificazione.
Abbiamo incontrato Andrea Catalini, Responsabile schema Certificazione carni e derivati di 3A, che ci ha spiegato il funzionamento del sistema di controllo e verifica.
Cosa è Parco3A e di cosa si occupa?
3A-Parco Tecnologico Agroalimentare dell’Umbria è una società partecipata della Regione, attiva da oltre 20 anni in ambito agroalimentare. Tra i suoi soci ci sono la Regione Umbria, l’Università degli Studi di Perugia, Sviluppumbria SpA, la Camera di Commercio dell’Umbria, il Comune di Todi e l’Istituto d’Istruzione Superiore Ciuffelli-Einaudi di Todi. I suoi professionisti operano su tutto il territorio nazionale per controllare e certificare prodotti agroalimentari di qualità (DOP, IGP, STG e altre filiere di qualità) con un duplice obiettivo: da un lato, tutelare le produzioni e i consumatori garantendo che ogni prodotto rispetti lo specifico Disciplinare di produzione; dall’altro, favorire sostenibilità e innovazione promuovendo pratiche efficienti e rispettose dell’ambiente.
Come operano gli enti di certificazione?
Dobbiamo innanzitutto precisare che la garanzia delle produzioni certificate risiede proprio nel fatto che la certificazione non è solo un autocontrollo del produttore, ma vi è un controllo svolto da un Organismo di Controllo designato, ossia un ente assolutamente indipendente dai produttori e dall’intera filiera incaricato di verificare che tutte le fasi produttive rispondano agli specifici requisiti di conformità previsti nel Disciplinare di produzione. Gli enti di certificazione, come il Parco3A, sono accreditati da Accredia e operano su incarico dei consorzi di tutela e sotto la vigilanza del Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, dal quale sono formalmente autorizzati.
Come avviene il controllo sul Vitellone Bianco dell’Appennino Centrale IGP?
Parco3A verifica il rispetto del Disciplinare di produzione in ogni fase della filiera del Vitellone Bianco dell’Appennino Centrale IGP. Nello specifico, controlla gli allevamenti, i mattatoi, i laboratori di lavorazione e le macellerie, sia quelle tradizionali che della grande distribuzione. Oltre ai controlli ispettivi presso le sedi di ogni soggetto della filiera, ogni singolo capo e ogni singola carcassa vengono controllati mediante un software sviluppato dal Consorzio di tutela che ci permette di controllare e verificare, attraverso il dialogo diretto con la Banca Dati Nazionale, i dati anagrafici e le movimentazioni dei bovini oltre alla verifica della razza attraverso il collegamento ai dati del Libro Genealogico Nazionale. Questo software, in dotazione a ogni mattatoio e operatore della filiera, permette anche di mantenere e trasmettere la tracciabilità della carne in commercio. In questo modo possiamo sapere in ogni momento la destinazione di ogni singolo pezzo di carne e questo, oltre a permetterci controlli puntuali ed efficaci, è un importante strumento di garanzia anche per il consumatore. Oltre alle verifiche dirette, poi, vengono effettuati anche controlli analitici a campione sul prodotto in fase di certificazione.
Quanti controlli sono stati effettuati nel 2024?
Il numero dei controlli da svolgersi annualmente lungo l’intera filiera è definito dal Regolamento di Controllo approvato dal Ministero. Nel 2024 per il Vitellone Bianco dell’Appenino Centrale abbiamo effettuato quasi 1.100 controlli negli allevamenti, 37 nei mattatoi, 44 sugli operatori commerciali, 127 nei laboratori di lavorazione e 393 nei punti vendita, che comprendono sia le macellerie tradizionali che quelle nella grande distribuzione. I controlli hanno impiegato sul campo 15 ispettori specificamente formati.
Quali sono stati i risultati?
I controlli effettuati hanno evidenziato un elevato livello di conformità lungo tutta la filiera. Le poche e non sistematiche criticità riscontrate sono la conferma che il Vitellone Bianco dell’Appennino Centrale IGP è un prodotto altamente controllato e garantito, anche a fronte di un’esperienza di controlli svolti dal 1999, l’anno di riconoscimento della IGP. Oggi possiamo dire che l’efficienza dei controlli svolti ha rafforzato ancora di più, nel tempo, la conoscenza da parte degli operatori della filiera delle corrette pratiche da seguire. Un ulteriore punto di forza, infine, è il supporto del Consorzio di tutela per gli operatori nelle diverse fasi della tracciabilità, che rappresenta un’ulteriore garanzia per questo prodotto rispetto ad altri generici o non certificati.
Che rapporto avete con il Consorzio di Tutela Vitellone Bianco dell’Appennino Centrale IGP?
Il rapporto con questo Consorzio di Tutela è continuo e sinergico. Svolgiamo ruoli nettamente diversi ma complementari. Noi operiamo solo all’interno della filiera certificata, mentre il Consorzio svolge la sua attività di vigilanza su soggetti esterni al sistema di certificazione, come ristoranti, mense o laboratori di prodotti trasformati, le cui attività non ricadono nella competenza dell’Organismo di Controllo. Ovviamente questa sinergia, a cui si aggiunge anche il rapporto continuo con gli uffici dell’ICQRF, Ispettorato Controllo Qualità e Repressione Frodi, dà al consumatore un’elevata garanzia sia della qualità della carne di Vitellone Bianco dell’Appennino Centrale che della sicurezza che questa filiera può offrire.